giovedì 4 giugno 2009

L’ITALIA DEL FISCO, DOVE I RICCHI SONO I PENSIONATI

Lo sciopero fiscale è stata la minaccia preferita dall’opposizione di destra contro i governi Prodi.
Se oggi esistesse un’opposizione vera, per prima cosa dovrebbe agitare la minaccia opposta.
Ovvero, una lotta senza quartiere agli scioperanti del fisco, che sono milioni e nella stragrande maggioranza votano a destra!
La pubblicazione annuale dei redditi fornisce un quadro di crescente illegalità di massa. L’ultima , relativa ai redditi 2006, dipinge l’Italia come una nazione di morti di fame!
Un italiano su tre non raggiunge la soglia tassabile dei 10mila euro di reddito annuo, uno su due non arriva ai 15mila euro!
Per fortuna esistono i pensionati, che se la spassano alla grande con 16.100 euro di reddito medio, nonché gli operai, gli insegnanti, gli impiegati statali e altre nicchie di benessere che sfondano il muro dei 21mila euro.
Esiste poi una piccola manciata di nababbi che denuncia 150mila euro lordi l’anno!
Grazie a queste poche categorie lo Stato riesce a sopravvivere.
Il 78% degli introiti fiscali, con i quali si fanno funzionare scuole, ospedali e si finanziano le opere pubbliche proviene dai lavoratori dipendenti. Com’è giusto, perche mentre operai e pensionati navigano nell’oro, ci sono milioni di professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi che stanno tirando la cinghia nelle file delle mense della Caritas!
Albergatori che racimolano in media 6/7mila euro al mese, meccanici e idraulici ridotti a vivere con meno di 400 euro al mese. Se la cavano i poveri tassisti, che superano a malapena i 1.000 euro al mese, i gioiellieri che sfiorano i 2.000. Immobiliaristi e petrolieri, con 4.000 euro lordi al mese, possono invece aspirare a un tenore di vita modesto.
Come si vede, in Italia sono soprattutto i ricchi a piangere!
Questa situazione è figlia dell’attuale sistema di accertamento della capacità contributiva il quale assegna:
a chi svolge una attività indipendente, redditi forfettari, al di sotto di quelli veri,
( dal 40% al 70% di quello che si presume vero).
a chi esercita una attività da lavoro dipendente o pensionato accerta il reddito dalla busta paga o dal libretto di pensione e quindi al 100%.
Questo sistema produce: 130miliardi di euro di evasione fiscale e 35 miliardi di contributi previdenziali, la violazione dell’articolo 3 della Costituzione, sul principio di eguaglianza, e dell’articolo 53, sul principio di capacità contributiva e di progressività del sistema tributario nel suo complesso!
Per invertire questa situazione occorre, per accertare la capacità contributiva e dare progressività al sistema tributario nel suo complesso, applicare il sistema Costituzionale analitico/deduttivo/sistematico, ( somma di tutti i redditi, comunque conseguiti, deduzione , dal loro importo, di tutte le spese comunque fatte e sull’importo della loro differenza applicare la progressività Costituzionale con aliquote fiscali e scaglioni di reddito il più ravvicinati possibile in modo che rappresenti la spina dorsale del nostro sistema tributario).